Del Biondo e Patriarca, associate alla confederazione manifatturiera, sono protagoniste indiscusse della produzione di artigianato tecnologico “Made in Abruzzo”. Imprese familiari, cresciute grazie alla seconda generazione di imprenditori

«Sono trascorsi 10 anni da quando una nuova associazione, Confimi Industria, ha iniziato a dar voce alla manifattura italiana. Oggi le sfide del settore produttivo sono sempre più complesse». E’ quanto ha affermato Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria, all’assemblea decennale della confederazione tenutasi quest’anno a Roma, e incentrata sulle tematiche dell’autosufficienza energetica, della crescita della produttività e dell’innovazione competitiva. Ebbene, una voce importante quella delle nostre realtà industriali, che gode delle casse di risonanza regionali che fanno capo alla confederazione manifatturiera, come Confimi Industria Abruzzo, che presenta ad Abruzzo Economia due eccellenze.

Si tratta di due importanti realtà del “Made in Abruzzo” associatesi nel 2022, entrambe specializzate nella lavorazione del legno: Del Biondo e Patriarca. Sono imprese familiari cresciute nel tempo grazie al contributo delle seconde generazioni che hanno saputo dare seguito alla visione dei fondatori, tramandandone la tradizione ma adattandosi alle esigenze del mercato nei tempi moderni. Abbiamo intervistato gli imprenditori Giuseppe Del Biondo e Sara Patriarca per parlare della loro visione imprenditoriale nello scenario attuale.

Del Biondo Srl: da Castiglione a Casauria a Città del Vaticano

La falegnameria Del Biondo srl realizza dal 1969 manufatti in legno per aziende e privati, che spaziano da porte e infissi fino agli arredi su misura. L’azienda effettua inoltre lavorazioni per il ripristino e la ristrutturazione di opere, sempre in legno, caratterizzate da elevato valore storico. L’utilizzo di macchinari a controllo numerico e di tecniche all’avanguardia hanno permesso a questa realtà di riuscire a costruire prodotti tecnologicamente avanzati, pur preservando la qualità e la bellezza tipica delle lavorazioni artigianali. Fondata da Gaetano Del Biondo, questa realtà è oggi sotto la guida dalla seconda generazione di imprenditori. Dal 2002 l’attività è gestita dai due figli, Giuseppe e Toni, che hanno contribuito alla crescita continua dell’impresa, diversificando la produzione ed estendendo il giro d’affari anche fuori regione. L’azienda, situata nel piccolo borgo di Castiglione a Casauria (PE), ai piedi della Majella, è fornitrice accreditata della Città del Vaticano. Intervistiamo Giuseppe Del Biondo.

Quali sono stati i risultati più importanti raggiunti oggi dall’azienda?

«Il nostro impegno e la passione per la lavorazione del legno ci hanno permesso di rendere la qualità dei manufatti sempre più elevata, un risultato per noi molto importante che ci ha aperto le porte della Città del Vaticano, dove oggi siamo in grado di fornire i nostri prodotti più pregiati».

Quali sono i vostri fattori di successo?

«Uno dei fattori di successo è stato quello di riuscire a conservare l’arte di lavorare il legno, tramandataci dai nostri genitori, un mestiere antico che si può apprendere solo dai migliori maestri dell’artigianato».

Quali sono i fattori competitivi della sua azienda maggiormente apprezzati dai clienti?

«I nostri clienti ci apprezzano per la qualità, la puntualità nella consegna e per le nostre competenze».

In che modo un imprenditore di successo dovrebbe valorizzare al meglio la propria azienda e il proprio capitale?

«Il capitale più importante dell’azienda non è quello monetario, bensì il capitale umano. Le aziende di successo sono quelle che hanno al loro interno persone competenti e affidabili, che fanno del proprio gruppo una squadra vincente. Negli ultimi tempi purtroppo si assiste alla difficoltà di reperire i “giocatori” da inserire in squadra. Abbiamo necessità di impiegare giovani, ma è difficile far comprendere loro l’importanza di portare avanti la tradizione artigiana e il piacere di dare vita a qualcosa di unico. È una generazione diversa dalla nostra, che non ha avuto la fortuna di ricevere gli insegnamenti e i valori che ci sono stati trasmessi con passione dai nostri precursori».

Quali sfide bisogna intraprendere oggi per proiettare l’azienda con successo nel futuro?

«Più che l’azione della singola azienda, servirebbe un’azione collettiva volta a mettere in campo iniziative per attrarre i giovani nelle fabbriche e nelle botteghe artigianali, a cominciare dalla formazione scolastica. Ad oggi, nel nostro territorio non vi sono istituti scolastici che formano gli studenti sulla lavorazione del legno. Servirebbe inoltre una regolamentazione del lavoro più flessibile, che permetta agli imprenditori di conoscere prima i giovani lavoratori, di formarli e di inserirli gradualmente in azienda. Sono sicuro che coordinando i diversi attori socio-economici sarà possibile far riscoprire ai giovani la bellezza dei lavori manuali e dell’artigianato italiano, che ancora oggi è riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo».

Patriarca porta la qualità abruzzese nello Spaceport America, la base dei voli spaziali per civili della Virgin Galactic

Ubicata nella zona industriale di Villa Badessa di Rosciano (PE), Patriarca srl è stata fondata nel 1971 da Vincenzo Patriarca. Fin da subito produttrice di arredi e complementi in legno, l’azienda è diventata negli anni un punto di riferimento per architetti, artisti e per tutti coloro che sognano un ambiente fatto su misura per le proprie esigenze. Negli anni ’80 innumerevoli sono stati gli arredi firmati da Patriarca, caratterizzati dall’immancabile attenzione per la qualità. Negli anni ’90 l’azienda avvia collaborazioni con realtà leader nel settore del luxury e del design e apre all’utilizzo di nuove tecnologie. Dal 2000 entrano a far parte dello staff Ilaria e Sara, figlie del fondatore. La freschezza delle idee della nuova generazione dà vita al progetto Macmamau, una linea di complementi di arredo che racconta la fusione tra l’arte e l’architettura. L’industrializzazione di piccole serie di pregio ha permesso alla realtà di crescere nel tempo, utilizzando strumenti innovativi pur preservando le competenze artigianali del saper fare. Intervistiamo Sara Patriarca.

Qual è stato il percorso di crescita dell’azienda e quali sono i risultati più importanti raggiunti?

«La nostra azienda, nel corso degli anni, ha saputo evolversi pur rimanendo fedele ai propri principi che hanno messo sempre al primo posto la soddisfazione del cliente e la ricerca. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con professionisti del settore di fama internazionale e di accrescere le nostre esperienze con confronti costruttivi. Il lavoro più rappresentativo degli ultimi anni è stato quello realizzato per lo Spaceport della Virgin Galactic, stazione internazionale dei viaggi extraorbitali per civili. Per arredare la visionaria architettura abbiamo fornito sedute, poltrone, tavoli e complementi destinati ad accogliere i “turisti spaziali” ».

Quali sono i vostri di fattori di successo?

«Uno dei nostri punti di forza è dato dalla nostra capacità di ascoltare il cliente e di soddisfare anche le richieste più disparate. Accettare nuove sfide e nuovi progetti ci motiva molto e ci permette di fondere i processi produttivi tradizionali con le tecnologie più moderne».

C’è un episodio che ha particolarmente contribuito allo sviluppo dell’azienda?

«Negli anni ’90 la collaborazione con la storica azienda Poltrona Frau ha segnato l’inizio della nostra evoluzione. Prima di allora il nostro operato era legato ad un approccio prettamente artigianale. L’incontro con questo brand di fama internazionale ci ha portati a lavorare su prodotti replicabili di alta qualità. Questo ci ha spinto a mettere a punto sistemi di produzione legati a processi tecnologici con macchine a controllo numerico, sempre coadiuvati da passaggi manuali e controlli visivi continui».

Quali sono i fattori competitivi della sua azienda maggiormente apprezzati dai clienti?

«I nostri clienti ci scelgono per la qualità dei prodotti, la flessibilità e l’ingegno costruttivo».

Come vede il ruolo degli imprenditori oggi e nel prossimo futuro?

«Gli imprenditori che come noi lavorano nel settore artigianale dovrebbero imparare a comunicare con i giovani, per far crescere in loro il desiderio di riavvicinarsi agli antichi mestieri. Il nostro Paese è custode di un patrimonio comune che ci contraddistingue e che rende “Made in Italy” non solo una denominazione di carattere geografico, ma un segno distintivo, sinonimo di qualità e ingegno. Questo aspetto è cruciale, oggi più che mai».

In che modo un imprenditore di successo dovrebbe valorizzare al meglio la propria azienda e il proprio capitale?

«Lavorando sulla comunicazione, divulgando un messaggio che non interessi solo l’economia ma anche gli aspetti sociali e culturali del nostro paese. Ci piace pensare alla nostra azienda come a una “bottega tecnologica”, antica e contemporanea in modo simultaneo».

Quali sfide di impresa e personali si sente di intraprendere oggi per proiettare l’ azienda con successo nel futuro?

«Credo sia necessario uno sforzo maggiore per creare un dialogo con i giovani, sempre troppo sollecitati da un mondo che sembra andare veloce e che promette facili successi, distogliendoli dalla realtà. Oggi un imprenditore deve avere una maggiore attenzione al futuro dell’Italia. Fare impresa non è solo profitto del momento, ma è anche creare risorse per le generazioni future. Servirebbe una rivoluzione culturale per proiettarci verso orizzonti ottimisti, andando a valorizzare concretamente il talento del nostro Paese ineguagliabile e straordinario».