Sempre più concreto il progetto di una filiera abruzzese per produzione e distribuzione di idrogeno, all’insegna della decarbonizzazione e della necessità globale di ridurre le emissioni inquinanti, Per non dire dell’incremento competitivo per le aziende.

Progetti locali inseriti in una visione globale, per svincolarsi dagli alti costi attuali dell’energia. Su queste basi, ormai quattro anni fa, l’Agenzia regionale delle attività produttive (Arap) aveva avviato, da braccio operativo della Regione Abruzzo, un percorso di supporto alle imprese verso la transizione energetica. Nel mentre, la pandemia con la crisi dei rifornimenti e gli aumenti dei costi energetici esplosi insieme al conflitto ucraino, hanno stimolato ulteriormente le iniziative tese all’autonomia.

Così, tra fondi europei, bandi pubblici e azioni private, si è cominciato a guardare al recupero delle aree industriali dismesse e ai progetti di comunità energetiche per far sorgere, in varie zone d’Abruzzo, vere e proprie hydrogen valley che possano supportare le imprese giàì presenti sul territorio e, si spera, attrarne di nuove con relativi investimenti.

Con l’ambizione di rendere l’Abruzzo la prima regione carbon free d’Europa – guardando anche ad altre rinnovabili come fotovoltaico ed eolico – si è attivata un’interlocuzione tra le varie realtà regionali coinvolte in una filiera che va dalla componentistica alla logistica per la produzione di idrogeno verde. Un lungo confronto – svolto tra tavoli programmatici e convegni internazionali dedicati – che ha prodotto come primo risultato un censimento positivo delle aziende abruzzesi di settore, confermando che in questo particolare comparto esistono varie eccellenze internazionali di lungo corso, ad esempio Tosto Group per quanto riguarda le tecnologie dedicate allo stoccaggio e alla distribuzione dei gas per l’energia. Ulteriore frutto di tale lavoro è stato il coinvolgimento di partner extracontinentali e incubatori mondiali in grado di affiancare le iniziative locali nate ad hoc, e moltiplicarne il potenziale verso una concreta svolta energetica basata sull’idrogeno verde.

UN HUB DELL’IDROGENO VERDE DA 250 MILIONI DI EURO

Per idrogeno verde si considera quello prodotto esclusivamente da fonti rinnovabili, ovvero attraverso l’elettrolisi dell’acqua in celle elettrochimiche alimentate da elettricità a sua volta prodotta da fonti rinnovabili. Realmente green, al punto da essere individuato dalla stessa Commissione europea come colonna portante della transizione energetica, ma dalla strutturazione complessa e articolata.

Anche per questo, ad esempio, Arap ha stretto un lungimirante accordo con DII Desert Energy «il più grande incubatore mondiale delle rinnovabili – come spiegato dal presidente dell’Agenzia, Giuseppe Savini – da cui sarà possibile attingere il know-how e le tecnologie utili alle nostre imprese per poter mettere a terra i progetti lungo l’intera filiera produttiva».
Tale lungimiranza e il contributo del Pnrr hanno rilanciato il progetto di creare in Abruzzo un hub dell’idrogeno verde e gettato, al contempo, le basi per investimenti da 250 milioni di euro complessivi per i primi impianti previsti tra l’area vastese e la Valle Peligna, destinati a produrre fino a 5000 tonnellate annuali di idrogeno.

A Vasto, in particolare, Arap ha progettato il recupero dei 226 mila metri quadri del dismesso Consorzio per le tecniche irrigue (Cotir), per rendere esecutivo entro il 2025 un impianto di produzione di idrogeno verde che rappresenti anche un avanguardistico percorso di riuso del territorio e di economia circolare. Il vettore energetico prodotto, infatti, verrà messo a disposizione delle importanti realtà industriali della Val di Sangro e di Vasto-San Salvo, che rappresentano il 40 per cento dell’intero prodotto interno lordo abruzzese. Un sito che, come ricordato più volte da Savini «rappresenterà un punto a favore per la competitività dei nostri porti, delle aree industriali, in particolare per le imprese altamente energivore, e per il sistema dei trasporti».

La stessa Arap, per potenziare l’infrastruttura di produzione e distribuzione di energia verde al sistema produttivo abruzzese, ha dato vita ad Arap Energia, una NewCo mista pubblicoprivata (controllata dalla Regione Abruzzo) che ha individuato con gara pubblica il socio di minoranza nella Blunova One, società del gruppo pescarese Carlo Maresca Spa, player di livello nazionale presente nelle rinnovabili da oltre 10 anni, che ha sviluppato e realizzato sul territorio nazionale, con investimenti per oltre mezzo miliardo di euro, circa 500 Megawatt di impianti eolici e fotovoltaici, risultando nel 2023 il primo operatore italiano nelle installazioni fotovoltaiche utility scale con oltre 180 MWp costruiti ed allacciati in rete.

Per i prossimi due anni, il sodalizio ha in programma la creazione di diversi parchi fotovoltaici nei nuclei industriali abruzzesi di competenza di Arap per complessivi 100 Megawatt, investimenti per oltre 100 milioni di euro e, tra i servizi innovativi, la fornitura a prezzi vantaggiosi di energia per le attività di Arap e dei suoi impianti di depurazione e trattamento delle acque. L’obiettivo sostanziale è quello di fornire a tutte le imprese del territorio regionale un partner pubblico attraverso cui soddisfare la domanda di energia verde.

Altro importante progetto per una hydrogen valley è quello avviato in Valle Peligna, dove si promette la realizzazione della più grande fabbrica di idrogeno del sud Europa grazie all’accordo tra Etex – multinazionale belga che in Abruzzo produce materiale leggero per l’edilizia a base gesso – e Infinite Green Energy – società australiana che sta realizzando siti simili in Nuova Zelanda, Canada e Australia. Coinvolta anche la holding Axpo, tra i più grandi produttori di energia rinnovabile della Svizzera.

Un progetto, supportato logisticamente dal circuito Abrex e dai poli d’innovazione Inoltra e Abruzzo Italy, che prevede all’interno dell’ex stabilimento Coca Cola di Corfinio, con un investimento di 200 milioni da parte di IGE, di realizzare entro il secondo semestre 2025 un elettrolizzatore da 30 Megawatt, alimentato da un impianto solare da 45 Megawatt, per dar vita a una rete da 4200 tonnellate di idrogeno verde all’anno e una quota collaterale di elettricità da altre rinnovabili. I numeri parlano di un risparmio annuo di circa 18 milioni di litri di gasolio e di conseguenti 67.000 tonnellate di CO2, così da decarbonizzare prima la Etex e poi le industrie dei settori hard-to-abate e mobilità che ricadono nel cosiddetto Distretto Italico, progetto che ricomprende i comuni di Corfinio, Prezza, Raiano, Cocullo e Ortona dei Marsi e che punta allo sviluppo sociale, economico e ambientale di questa parte d’Abruzzo.

«Un progetto che stiamo seguendo da tanto tempo, quello di decarbonizzare totalmente il sito di Corfinio e dimostrare che l’industria pesante può convivere in un territorio che ha un risvolto naturalistico così bello come l’Abruzzo – afferma Cristian Palmisano, direttore di Etex -. Noi siamo famosi per credere nelle missioni impossibili, già tempo fa abbiamo creduto nel riciclo e investito tantissimo nella sostituzione delle nostre materie prime con materie prime riciclate, e ad oggi è la nostra punta di diamante che porta anche un ritorno economico. Siamo convinti, anche in questo caso, che investire nell’idrogeno sicuramente porterà dei benefici che non saranno solo ambientali».

Un’ulteriore progettualità a lungo termine, infine, potrebbe includere anche una stazione di rifornimento di idrogeno da inserire nella Rete di Trasporto Transeuropea dell’UE, la quale prevede l’installazione entro il 2030 di stazioni di idrogeno ogni 200 chilometri.

A cura di Daniele Galli